Restò l’impronta, quando lei andò via, restò la sua impronta
sull’anima.
Perchè l’anima aveva vissuto della sua presenza per tutto
quel tempo, tanto quanto le era servito, per quel tempo in cui era cresciuta, fino al
giorno in cui scelse di dover andar avanti da sola, o meglio, non con lei.
Chè lei, l’anima, a volte è egoista, non
le interessa se c’è ancora tanto da ricevere, arriva il momento in cui
certi vuoti li può coprire solo qualcos’altro, qualcun altro, chissà.
Ma il
tratto indelebile delle sue carezze, dei suoi consigli, della sua vita forte,
dei suoi sorrisi, del suo dolore, il tratto indelebile lo riconosci sempre,
dentro, chè fuori cerchi di nasconderlo. Perché si diventa qualcuno solo grazie
a chi è stato accanto nel viaggio, si da, si prende, a volte più di quel che si
merita.
Restò l’impronta, non solo il ricordo.
L’impronta è
ciò che sei diventato con lei, ciò da cui riparti quando lei è andata via, su
cui costruisci una nuova facciata, col nuovo cemento di chi saprà viaggiare con
te, stavolta, magari, fino alla fine.