Non che avesse mai giocato con il suo cuore. Voglio dire, l'aveva utilizzato come tutti alla sua età, l'aveva messo nelle mani giuste, o che pensava esser tali, e nelle mani sbagliate.
Quando metti il tuo cuore nelle mani di qualcuno dovresti sempre assicurarti che venga trattato come merita.
Il suo era sempre passato per mani delicate ma aveva comunque nel tempo collezionato le proprie ferite e cicatrici.
Aveva un fratello che studiava medicina ed un giorno lo sentí ripetere ad alta voce;
beh le ferite hanno diversi modi per guarire e la cicatrice passa per vari stadi; all'inizio è fresca, una ferita appena inflitta, la sua guarigione richiede cure, pazienza, attenzione, tempo...
Quando guarisce residua la cicatrice e questa può essere una bella cicatrice, lineare, si dice ben consolidata ecco, o qualcosa del genere. Oppure può rimanere una cicatrice brutta, grossa, che tecnicamente chiamano ipertrofica se non sbaglio, o addirittura cheloide (già parola di per se cacofonica oserei dire) che é quando il tessuto che ripara la ferita sconfina dai margini di questa, insomma, una cosa brutta.
Ecco, il suo cuore aveva perso pezzi durante gli anni passati, e quando perdi pezzi non esiste negozio o persona al mondo che possa sostituirli.
Sono ferite, sono cicatrici che rimango li, alcune sono ben consolidate, altre cambiano completamente l'aspetto del cuore, perché la guarigione non è andata come doveva andare, ed ora sono li, come segni indelebili che il tempo non può cancellare.
Il cuore senza i suoi pezzi ricomincerá a lavorare in ogni caso, avrà ancora voglia di concedersi, ma basterà guardarsi allo specchio per ricordare che é facile farsi male, per ricordare che il tempo guarisce le ferite ma non ne cancella i segni, per ricordare che in ogni caso, prima o poi, i battiti torneranno quelli di prima.
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